Gaucin-Delgado J.M., Hernández-Montiel L.G., Sánchez-Chavez E., Ortega-Ortiz H., Fortis-Hernández M., Reyes-Pérez J.J., Preciado-Rangel P.

Agronomic biofortification with selenium improves the yield and nutraceutical quality in tomato under soilless conditions 

Notulae Botanicae Horti Agrobotanici Cluj-Napoca 2020, 48, 1221-1232; DOI: 10.15835/nbha48312000

Il selenio (Se) è un elemento essenziale per l’uomo che viene acquisito attraverso l’alimentazione. Tuttavia, la quantità di selenio assimilato non è sempre sufficiente a soddisfare il fabbisogno umano e la sua carenza causa problemi di salute. Al contrario, pur non essendo essenziale per i vegetali, questo minerale è utile per le piante, che sono in grado di assorbirlo ed accumularlo. Difatti, un’importante fonte di selenio per l’uomo sono gli ortaggi e in particolare quelli quotidianamente consumati, come il pomodoro. Il contenuto in selenio delle colture orticole può essere incrementato per mezzo della biofortificazione agronomica della pianta. Gaucin-Delgado e i suoi colleghi hanno applicato questa tecnica alla coltura del pomodoro in un sistema fuori suolo, con l’obiettivo di indagare gli effetti della biofortificazione in selenio su produzione e qualità nutraceutica del frutto. A questo scopo, i ricercatori hanno somministrato quattro dosi di selenio, ovvero 2, 4, 6, and 8 mg/L in forma di selenito di sodio (Na2SeO3), veicolate dalla soluzione nutritiva per tutta la durata del ciclo colturale del pomodoro (Solanum lycopersicum L.) cv ʼAquilaʼ. La soluzione nutritiva priva di selenio (0 mg/L di Se) è stata considerata come controllo. A maturazione commerciale, sono state prelevate tutte le bacche presenti tra il primo ed il quinto palco per la quantificazione della produzione e per le analisi di qualità, con determinazione di durezza della bacca, solidi solubili, contenuto fenolico totale, flavonoidi totali, capacità antiossidante, licopene, vitamina C e concentrazione di selenio nel frutto.

In generale, gli effetti della somministrazione in selenio variano in funzione della specie e varietà colturali, della forma chimica, della dose e della modalità di somministrazione dell’elemento. Il pomodoro non è una specie accumulatrice di selenio e pertanto l’applicazione di questo minerale è vantaggiosa solo a bassi dosaggi. Al contrario, dosi più elevate possono causare fitotossicità. Questa nozione è stata confermata dai risultati dell’esperimento descritto, poiché la dose più efficace per la varietà ʼAquilaʼ in termini di significativa massimizzazione di resa e di qualità nutraceutica (contenuto in fenoli, flavonoidi, licopene, vitamina C e attività antiossidante) rispetto al controllo è stata pari a 2 mg/L di Se. Dosi maggiori hanno invece determinato una riduzione degli stessi parametri. L’unico parametro ad aver beneficiato delle dosi più elevate è stato il contenuto in selenio nei frutti, che è aumentato significativamente all’aumentare della dose di selenio e che è stato massimo nel trattamento con il maggior apporto di selenio (8 mg/L). Tuttavia, anche dosaggi inferiori contribuiscono alla produzione di un frutto in grado di soddisfare il fabbisogno giornaliero individuato dall’Organizzazine Mondiale della Sanità per questo minerale.

Inoltre, tutti i dosaggi di selenio hanno determinato un differente incremento della durezza della bacca di pomodoro rispetto al controllo. Il miglioramento di questo parametro è determinante sia per la qualità del frutto alla raccolta sia per il potenziale prolungamento della shelf-life del prodotto.

In conclusione, la biofortificazione agronomica del pomodoro con selenio può concretamente contribuire alla produzione di un pomodoro funzionale alla salute umana, senza impattare negativamente su altri parametri quali-quantitativi.

 

 

 

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