Ding X., Nie W., Qian T., He L., Zhang H., Jin H., Cui J., Wang H., Zhou Q., Yu J.

Low Plant Density Improves Fruit Quality without Affecting Yield of Cucumber in Different Cultivation Periods in Greenhouse

Agronomy 2022, 12, 1441. Doi: 10.3390/agronomy12061441

Il cetriolo è tra gli ortaggi più coltivati al Mondo e la sola Cina detiene circa l’80% dell’intera produzione Mondiale. Mentre in passato questa coltivazione veniva effettuata in apprestamenti protettivi a basso livello tecnologico, negli ultimi anni si sta accrescendo la superficie di cetrioli coltivati in serre di tipo Venlo. Ai fini del successo produttivo di questa specie è importante mantenere elevati standard produttivi e qualitativi, in quanto il cetriolo è un’importante fonte di sostanze ad azione bioattiva come sali minerali, vitamina C, vitamina E, polifenoli, flavonoidi, ecc. La tecnica colturale ha una notevole incidenza sulle quantità prodotte e sulla qualità dei cetrioli. In particolare, l’utilizzo efficacie della radiazione solare rappresenta il punto di partenza per il successo produttivo. Una delle strategie da adottare per incrementare l’efficienza di utilizzo della radiazione naturale è l’utilizzo di idonee densità di trapianto. A tal fine, l’obiettivo del presento studio è stato quello di studiare l’effetto di tre densità di semina sulla produzione e sulla qualità dei cetrioli coltivati in serre Venlo in diversi periodi dell’anno. Nel trattamento a bassa densità (BD) sono state trapiantate 2,25 piante·m-2; nel trattamento media densità (MD) 3,0 piante·m-2; nel trattamento alta densità (AD) 3,75 piante·m-2. Dall’attività sperimentale è emerso che la produzione settimanale di cetrioli per unità di area non è variata significativamente tra i trattamenti. Mentre, la produzione settimanale di cetrioli per singola pianta è risultata essere sempre maggiore per il trattamento BD rispetto ai trattamenti MD e AD, soprattutto nel ciclo di produzione primaverile. Anche considerando la produzione annuale di cetrioli, non sono emerse differenze significative tra i trattamenti e questo lascia pensare che le tre densità di trapianto utilizzate non hanno avuto un’influenza sulla quantità di cetrioli prodotti per unità di area. Al contrario, osservando le produzioni annuali per singola pianta è emerso che le piante coltivate con più bassa densità di trapianto hanno ottenuto produzioni maggiori rispetto a quelle coltivate con densità più elevate. Riguardo la ripartizione di sostanza secca tra stelo, piccioli, foglie e frutti è emerso che nelle piante coltivate con BD è stata ripartita nei frutti il 47% di sostanza secca, mentre con DM la ripartizione di sostanza secca nei frutti è stato del 45% e con AM la ripartizione nei frutti è stata del 39%. Questo andamento può essere spiegato dal fatto che a basse densità di trapianto la radiazione penetra meglio nella vegetazione e la foglia in prossimità del frutto (la principale responsabile della traslocazione di fotosintetati al frutto stesso) assorbe una maggiore quantità di radiazione fotosinteticamente attiva rispetto alle condizioni di alta densità di trapianto.  Inoltre, durante la prova è emerso che incrementando la densità di coltivazione le piante di cetriolo hanno accumulato un maggior contenuto di sostanza secca negli organi vegetativi, mentre riducendo la densità di coltivazione il contenuto di sostanza secca nei frutti è aumentato. In generale, la quantità di sostanza secca prodotta dalle piante è incrementata all’aumentare della densità di semina. Infine, considerando il contenuto di sostanze bioattive nei frutti (solidi solubili totali, vitamina C, clorofilla, carotenoidi, proteine, flavonoidi e polifenoli) è stata rilevata una concentrazione più elevata nei frutti ottenuti dalle piante coltivate con BD rispetto agli altri trattamenti.

In conclusione, nello studio descritto è stato dimostrato che variando la densità di trapianto si ha un notevole effetto sulla produzione della singola pianta, ma queste differenze non sono significative se riportate sull’unità di superficie. Inoltre, riducendo la densità di piante incrementa il contenuto di sostanza secca e di sostanze bioattive nei frutti, si riduce la concentrazione di nitrati nei frutti e si riducono i costi di investimento e di gestione della coltivazione rispetto a condizioni di più alta densità di coltivazione.

HTML e PDF: https://doi.org/10.3390/agronomy12061441