La produzione e la qualità dei frutti di pomodoro sono determinate da un gran numero di fattori ambientali, tra i quali la concentrazione atmosferica di CO2.
Numerosi studi hanno dimostrato che, in serra, l’arricchimento in CO2 può migliorare la crescita, la resa e la qualità del pomodoro, come anche influenzare la fisiologia, riducendo il tasso di traspirazione e aumentando l’efficienza dell’uso dell’acqua.
Inoltre, la quantità di CO2 catturata da parte delle piante, risultante dalla differenza tra la CO2 atmosferica assorbita tramite il processo di fotosintesi e la CO2 rilasciata nell’atmosfera durante la respirazione, costituisce un elemento importante nel bilancio globale del carbonio.
Analizzando diversi studi, abbiamo provato a calcolare la CO2 catturata annualmente da 1 ha di pomodoro coltivato in serra, correlando il peso secco medio di foglie, steli e frutti di una coltivazione senza suolo a ciclo annuale, in serra climatizzata e con arricchimento in CO2, alla percentuale media di carbonio di ogni parte della pianta (40, 41 e 46% di carbonio sul peso secco, rispettivamente, per steli, foglie e frutti).
Dalla nostra analisi è risultato che, per una percentuale di steli, foglie e frutti, sul totale della biomassa, rispettivamente del 5, 11 e 84%, e una produzione di 50 kg m-2, ottenuta con una densità di impianto di 2,27 piante m-2 e con una concentrazione in serra di CO2 pari a circa 800, 400 e 500 vpm (volumi per milioni, ovvero cm3 m-3) per il periodo primaverile, estivo e autunnale, è possibile catturare quasi 70 t ha-1 di CO2.