Sabatino, L., La Bella, S., Ntatsi, G., Iapichino, G., D’Anna, F., De Pasquale, C., Consentino, B.B., Rouphael, Y.

Selenium biofortification and grafting modulate plant performance and functional features of cherry tomato grown in a soilless system 

Scientia Horticulturae 2021, 285; doi: 10.1016/j.scienta.2021.110095

Il selenio (Se) è un elemento essenziale per il corpo umano e la sua carenza è causa di varie disfunzioni. Gli alimenti vegetali, in particolare gli ortaggi, sono la fonte principale di Se per l’uomo. Pur non essendo un elemento essenziale negli organismi vegetali, il Se viene accumulato da molte piante come elemento utile in alcuni processi biochimici, tra cui quelli che implicano la produzione di metaboliti secondari nei frutti. Le piante acquisiscono l’elemento principalmente dal substrato per via radicale e l’efficienza di assorbimento è influenzata dalle caratteristiche dell’apparato radicale, sulle quali si può intervenire attraverso l’innesto. Con questi presupposti, gli autori hanno studiato gli effetti di crescenti concentrazioni di Se (0, 1, 2 e 4 μmol L1 di Se) e dell’innesto di pomodoro (Solanum lycopersicum L.) su crescita, produzione, proprietà nutrizionali e composizione minerale del pomodoro, in coltivazione fuori suolo in ambiente controllato. L’ibrido F1 di pomodoro ciliegino ‘TyTy’ è stato innestato sull’ibrido F1 ‘Interpro’ (S. lycopersicum x S. abrochaites) ed il selenio è stato somministrato in forma di diossido di selenio (SeO2) addizionato alla soluzione nutritiva. Complessivamente, la produzione e il profilo nutrizionale delle bacche di pomodoro sono stati migliorati dalla biofortificazione in Se con 2 e 4 μmol L1 e dall’innesto; inoltre, l’accumulo dell’elemento nella porzione edule non ha superato le concentrazioni massime ammesse per il consumo umano. In particolare, durezza, colore rosso, efficienza d’uso dell’azoto, contenuto in acqua, solidi solubili, polifenoli totali, carotenoidi e glicolacaloidi dei frutti sono stati positivamente influenzati dalla somministrazione di Se, dalla combinazione d’innesto e dall’interazione tra le due variabili; la concentrazione in licopene è stata incrementata dalle due variabili ma non dalla loro interazione; il contenuto in acido ascorbico nella bacca, ma non la sua acidità titolabile, è stato influenzato esclusivamente dalla concentrazione di Se. Le dosi più alte di Se hanno ridotto la concentrazione degli indesiderati glicoalcaloidi nel frutto, che può essere influenzata anche dal genotipo del portainnesto, secondo altri studi.

L’innesto ha contribuito all’aumento della produzione e del peso medio delle bacche, oltre che alla concentrazione dei macroelementi nelle stesse. I risultati suggeriscono anche che le piante di pomodoro innestate tollerano maggiormente dosi più elevate di Se rispetto a quelle non innestate. Tuttavia, questo studio riconferma l’imprescindibilità del genotipo e della combinazione di innesto su parametri quali-quantitativi per il pomodoro, per cui non sempre i risultati sono concordi con quelli della letteratura.

In conclusione, gli autori riconfermano l’utilità della somministrazione di Se attraverso la fertirrigazione per la biofortificazione agronomica di bacche di pomodoro, la validità dell’innesto per il pomodoro e l’importanza di considerazioni più ampie e comprensive di entrambi i parametri per l’ottimizzazione della qualità finale del prodotto commerciale.

HTML: https://doi.org/10.1016/j.scienta.2021.110095