Puccinelli M., Pezzarossa B., Pintimalli L., Malorgio F.

Selenium Biofortification of Three Wild Species, Rumex acetosa L., Plantago coronopus L., and Portulaca oleracea L., Grown as Microgreens

Agronomy 2021, 11, 1155; doi:10.3390/agronomy11061155

 

Molte piante spontanee sono risorse trascurate di elementi nutraceutici e possono essere introdotte nella dieta in varie forme, ad esempio come micro-ortaggi, che consentono di valorizzarle. Esempi di specie spontanee tradizionalmente note per le loro proprietà alimentari sono Rumex acetosa L., Plantago coronopus L. e Portulaca oleracea L., di cui si consumano foglie e apici. Lo stadio di micro-ortaggio, ovvero giovani e tenere plantule, presenta generalmente un contenuto in fitonutrienti maggiore delle piante adulte. Inoltre, le proprietà salutistiche di queste specie possono essere incrementate attraverso la biofortificazione agronomica, ovvero l’arricchimento di specifici composti per mezzo di nutrizione e gestione agronomica in fase di allevamento. Il selenio (Se) è uno degli elementi di maggiore interesse per la biofortificazione, in quanto essenziale per il corpo umano e partecipe in molti processi metabolici. Infatti, un’assunzione carente di Se è connessa all’insorgenza di molteplici malattie e disordini; tuttavia, un’idonea acquisizione attraverso l’alimentazione è sufficiente a prevenire carenze e gli alimenti vegetali sono una fonte fondamentale di Se per l’uomo. Le piante accumulano il minerale in quanto utile in vari processi biologici e la biofortificazione di micro-ortaggi può aumentarne il contenuto al fine dell’alimentazione umana. A questo scopo, gli autori dell’articolo hanno preliminarmente valutato l’arricchimento di micro-ortaggi delle tre specie sopracitate attraverso la somministrazione di Na2SeO4 alle dosi di 0 e 15 mg L-1 di Se. In generale, Se è stato assorbito dalle plantule per via radicale e accumulato nella parte epigea delle plantule. P. coronpus è stato il più efficiente accumulatore dell’elemento e la specie che ha prodotto maggiore biomassa. Inoltre, i micro-ortaggi biofortificati hanno mostrato un contenuto di clorofilla e flavonoidi maggiore rispetto a quelli non biofortificati e le differenze nel contenuto in pigmenti sono state influenzate dal genotipo. In un secondo esperimento, è stato effettuato l’arricchimento di P. oleracea con 0, 1,5, 5, 10 mg L-1 di Se per individuare una possibile relazione tra l’aumento di concentrazione di Se nella soluzione nutritiva ed il contenuto di Se nei micro-ortaggi, con il risultato di una forte correlazione tra i due fattori. In conclusione, questa ricerca valorizza il potenziale nutrizionale delle piante spontanee, come quelle studiate, e incoraggia all’impiego della tecnica agronomica per biofortificare i prodotti vegetali, anche attraverso il consumo nella forma innovativa di micro-ortaggio al fine di migliorare la nutrizione umana.

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