Yeargin T.A., Lin Z., do Prado I., Sirsat S.A., Gibson K.E.
Consumer practices and perceptions regarding the purchasing and handling of microgreens in the United States
Food Control, 2023, 145, 109470; DOI: doi.org/10.1016/j.foodcont.2022.109470
I micro-ortaggi sono plantule commestibili di specie orticole, erbacee e aromatiche che hanno riscosso grande popolarità negli ultimi anni, grazie soprattutto a caratteristiche sensoriali e nutrizionali uniche nel comparto agroalimentare. Esse si distinguono da altri prodotti vegetali come, ad esempio, gli “sprouts” (germogli) o le “baby leaf” per periodo di coltivazione – generalmente si raccolgono a 10-14 giorni dalla semina – e dimensioni delle plantule.
In letteratura si riscontra inoltre un’ulteriore importante differenza tra i germogli e i micro-ortaggi; in recenti studi, è stato rilevato, infatti, come i germogli siano tra i cibi in cui più comunemente si sviluppano micro-batteri dannosi per la salute dell’uomo, a maggior ragione in condizioni di conservazione e lavorazione non idonee. Tale problematica non è stata riscontrata invece nei micro-ortaggi, soprattutto nel caso in cui si rispettino buone pratiche di conservazione e consumo.
L’obiettivo della presente attività di ricerca è stato, quindi, con riferimento al mercato del Nord America, individuare il segmento di consumatori che consuma e acquista i micro-ortaggi, nonché determinare la loro conoscenza in merito a pratiche di consumo sicure e salutari di questa categoria di prodotto.
Per fare ciò, è stato somministrato a circa duemila consumatori un questionario di 37 domande volte a valutare il grado di conoscenza dei micro-ortaggi e le pratiche di acquisto e consumo dei rispondenti. L’analisi dei dati è stata sviluppata su 660 questionari ritenuti validi ai fini della ricerca, molti dei quali provenienti dalla California o dallo Stato di New York (12,5%).
Dei rispondenti, la maggior parte non ha saputo definire a priori la differenza tra micro-ortaggio e germoglio, concetto che è stato loro più chiaro dopo aver visionato un’immagine comparativa dei due prodotti. Ciononostante, quasi la totalità dei rispondenti (93,5%) ha dichiarato di acquistare micro-ortaggi, con una buona parte di essi (33,5%) che dichiara di coltivarli per il consumo domestico. Mediamente, i rispondenti hanno dichiarato di consumare micro-ortaggi 3-4 volte in una settimana, preferendo generalmente l’acquisto di micro-ortaggi appena tagliati (56,8%) ad altre gamme di prodotto. La vendita è favorita nel caso di apposizione di un’etichetta commerciale sul prodotto (66,6%), meglio ancora se identificativa di un prodotto biologico (76,6%).
Per quanto riguarda le pratiche di conservazione e consumo, mediamente i rispondenti hanno dichiarato di conservare i micro-ortaggi in frigorifero per circa sei giorni o meno, rispettando le buone pratiche di conservazione e ponendo i micro-ortaggi lontani da altri prodotti, come la carne cruda, potenzialmente vettori di batteri. L’86% dei rispondenti ha inoltre dichiarato di lavare i micro-ortaggi appena prima del consumo (fresco o cucinato), preferendo un lavaggio a mano ad altri tipi di risciacqui. Inoltre, i consumatori si sono detti mediamente d’accordo con l’affermare che i micro-ortaggi siano un prodotto sicuro in termini sanitari e microbiologici.
In conclusione, è possibile affermare che i micro-ortaggi sono un prodotto la cui definizione è poco nota ai più, almeno nel mercato del Nord-America, per quanto siano spesso consumati in cucine domestiche o di esercizi ristorativi. I consumatori percepiscono generalmente un basso rischio sanitario nel consumare micro-ortaggi, dichiarandosi a proprio agio con le partiche di conservazione, lavorazione e consumo di questo prodotto.
Nonostante ciò, gli autori concludono le loro osservazioni definendo la necessità di meglio informare i consumatori in merito alle caratteristiche nutrizionali e gastronomiche dei micro-ortaggi, con particolare riferimento all’erronea pratica di lavaggio dei micro-ortaggi prima della conservazione, attività che può favorire lo sviluppo di batteri e microorganismi sul prodotto prima che lo stesso sia consumato.
HTML e PDF: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0956713522006636?via%3Dihub