Fuentes, J. E. G., Castellanos, B. F. H., Martínez, E. N. R., Ortiz, W. A. N., Mendoza, A. B., Macías, J. M.

Outcomes of foliar iodine application on growth, minerals and antioxidants in tomato plants under salt stress 

Folia Horticulturae, 2022, 34, 1–11.  DOI: 10.2478/fhort-2022-0003

Lo iodio (I), pur non essendo classificato come elemento essenziale per gli organismi vegetali, puó avere effetti benefici e biositmolanti sulle piante. Alcuni ricercatori hanno studiato l’effetto dell’applicazione fogliare di I sulla crescita di piante di pomodoro in condizioni di stress salino e sul contenuto in minerali e antiossidanti dei rispettivi frutti. Le piante sono state allevate in serra fredda, in un sistema di coltivazione senza suolo. Lo I è stato somministrato per via fogliare ogni 15 giorni a partire da 10 giorni dal trapianto e in forma di iodato di potassio (KIO3) 100 μM; lo stress salino è stato procurato somministrando cloruro di sodio 100 mM per via radicale attraverso la soluzione nutritiva. L’applicazione di iodio (biofortificazione) in presenza di stress salino è stata confrontata con due controlli: piante non sottoposte né a stress né a biofortificazione e piante sottoposte a stress e non a biofortificazione. La crescita delle piante (numero di fogliole, lunghezza dello stelo, biomassa fresca e secca), il contenuto in minerali, produzione e profilo qualitativo delle bacche sono stati valutati in tre stadi fenologici, plantula, fioritura e piena produzione, su piante prelevate casualmente dalla coltivazione.

Dalle analisi è risultato che l’applicazione di I non ha contribuito a mitigare l’effetto negativo dello stress sulla crescita delle piante, ma ha comportato un incremento (23%) di produzione di bacche rispetto alle piante sottoposte a stress e non biofortificate.

Lo iodio è stato accumulato essenzialmente nelle foglie, invece il contenuto nei frutti è stato simile a quello dei controlli non biofortificati. L’applicazione di I ha comportato l’aumento di azoto, ferro e rame nelle foglie, ma una riduzione di calcio rispetto alle piante sane. Nei frutti ha contribuito: alla riduzione di azoto, calcio e ferro rispetto alle piante sane; all’aumento di azoto rispetto alle piante stressate; all’aumento di zinco rispetto alle piante sane, al pari delle piante con solo stress salino. In entrambi gli organi, la biofortificazione non ha contribuito alla riduzione di sodio accumulato. Nei frutti delle piante biofortificate, la capacità antiossidante è stata ridotta rispetto alle piante stressate ma non rispetto a quelle sane; invece, il contenuto in licopene è stato minore rispetto ai controlli. Al contrario, il contenuto in acido ascorbico è stato pari a quello delle piante sane e maggiore rispetto alle piante stressate; invece, le proteine totali del frutto sono risultate più abbondanti rispetto in entrambi i controlli.

I risultati sembrano confermare la limitata mobilità dello I per via floematica, ma risultati differenti sono riportati in letteratura. Gli autori della ricerca suggeriscono che lo iodio non ha contribuito a regolare il disequilibrio nella concentrazione di ioni dovuto allo stress salino; tuttavia, ha favorito l’accumulo di alcuni composti importanti nel profilo nutrizionale della bacca. In conclusione, si sottolinea la necessità di approfondire la ricerca per la comprensione dell’attività dello I su fisiologia e metabolismo vegetale e sui processi di distribuzione e accumulo dello stesso nei diversi organi. 

HTLM e PDF scaricabile: https://sciendo.com/it/article/10.2478/fhort-2022-0003